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I Film di Oggi nelle Sale di Cantierecinema


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Siamo ormai giunti agli ultimi due appuntamenti della Rassegna IL CINEMA RITROVATO AL CINEMA. Saranno proposti in date da definire ma entrambi nel mese di maggio, prima HIROSHIMA MON AMOUR di Alain Resnaisi (Francia/1959) e a seguire CHINATOWN  di Roman Polanski   (USA/1974). Le date e gli orari delle proiezioni saranno pubblicati nel sito in tempo utile). 

 

HIROSHIMA MON AMOUR

SCHEDA FILM

(Francia/1959) di Alain Resnais
Sceneggiatura: Marguerite Duras. Fotografia: Michio Takahashi, Sacha Vierny. Montaggio: Jasmine Chasney, Henri Colpi, Anne Sarraute. Musica: Georges Delerue, Giovanni Fusco. Interpreti: Emmanuelle Riva (lei), Eiji Okada (lui), Stella Dassas (la madre), Pierre Barbaud (il padre), Bernard Fresson (il fidanzato tedesco). Produzione: Argos Films. Durata: 92'

Potete immaginare Vélasquez che ha appena concluso le sue Meninas mentre già Picasso intesse le sue mirabili variazioni? Certamente no. Ecco, accade qualcosa di simile. Con Hiroshima mon amour, Alain Resnais affranca il cinema dal XVII secolo per immergerlo senza transizioni nel cuore del XX. [...] Moderno, Hiroshima mon amour lo è anche per il suo soggetto. È la tragedia dell'impossibilità dell'unione e della pienezza di sé. È la vittoria della segmentazione, della dissociazione, del frammentario. È impossibile essere totalmente uno perché viviamo nell'istante e ogni istante ci condanna alla nascita ma anche alla morte di una parte di noi stessi. È forse il simbolo profondo della prima immagine del film. Si vedono solo due corpi abbracciati, entrambi indistinti mentre li ricopre una pioggia di cenere. Questa cenere si può immaginare sia la stessa della bomba atomica, ossia come quella delle vestigia della guerra che ricadono ancora sul presente e lo contaminano. Ma io preferisco vedervi il simbolo di una dialettica dell'istante: nello stesso tempo in cui questi individui "si incendiano l'uno per l'altro" (come viene detto ad un certo punto nel testo) già li ricopre la cenere di questo fuoco, la cenere dell'oblio. (Jean Douchet)

Restaurato da Argos Films, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Fondazione Cineteca di Bologna, con il sostegno di Centre National du Cinéma et de l’Image Animée presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2013. Color grading supervisionato da Renato Berta.

CHINATOWN

SCHEDA FILM

(USA/1974) di Roman Polanski
Sceneggiatura: Robert Towne. Fotografia: John A. Alonzo. Musica: Jerry Goldsmith. Interpreti: Jack Nicholson (Jake J. Gittes), Faye Dunaway (Evelyn Mulwray), John Huston (Noah Mulwray), Darrel Zwerling (Hollis Mulwray), Diane Ladd (Ida Sessions), Roman Polanski (uomo con il coltello). Produzione: Long Road/Paramount. Durata: 130'

Chinatown è considerato una delle più felici e originali riletture contemporanee del detective movie di eredità chandleriana. La qualità dei dialoghi e della ricostruzione d’epoca, l’accurata gradualità con cui viene alimentato lo spessore dei personaggi e dei loro anfratti psichici, l’eleganza visiva della messa in scena sono in realtà al servizio di una severa disamina di ogni mondo possibile, senza appello o riscatto. […] Nel finale, riscritto da Polanski senza accordo con lo sceneggiatore, Chinatown diviene la metafora dell’impossibilità di tutto (la vita, l’amore, il potere) a essere diverso […]. Il mistero viene risolto, ma il caos della violazione e del sopruso, sotto l’ordine apparente, è riconfermato per sempre. Polanski imprime a questa rilettura la radicalità di uno scetticismo tipico dei suoi film migliori. migliori, quasi nascosto da una ricostruzione preziosa di cui tutti sono complici: John Huston (il padre del noir, qui nei panni di un patriarca onnipotente: la storia si svolge nel 1937, qualche anno prima che egli desse vita al genere con Il mistero del falco), Faye Dunaway (alla sua prova migliore), e naturalmente Nicholson: forse il più riuscito dei discendenti contemporanei di Philip Marlowe. (Mario Sesti)

Copia di Paramount per concessione di Park Circus

 


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